AI in azienda: obblighi informativi nei confronti dei lavoratori

09.10.2025

Dal 10 ottobre 2025 entra in vigore la Legge 23 settembre 2025, n. 132, recante "Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale". 

Tra le varie novità, spicca l'art. 11, dedicato all'uso dell'IA nel mondo del lavoro. 

L'articolo 11 – "Disposizioni sull'uso dell'intelligenza artificiale in materia di lavoro" – si articola in tre commi e introduce principi di portata paradigmatica:

1. L'IA deve essere utilizzata per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l'integrità psicofisica dei lavoratori, accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività, nel rispetto del diritto UE. 

2. L'uso dell'IA in ambito lavorativo deve essere sicuro, affidabile, trasparente, non può contrastare la dignità umana né violare la riservatezza dei dati personali. Il datore di lavoro o committente è obbligato a informare il lavoratore dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale, nei casi e con le modalità previste dall'art. 1-bis del D.Lgs. 26 maggio 1997, n. 152 (Norme sulla trasparenza). 

3. L'IA nelle organizzazioni del lavoro e nella gestione dei rapporti deve garantire il rispetto dei diritti inviolabili del lavoratore, senza discriminazioni per sesso, età, origine etnica, credo religioso, orientamento sessuale, opinioni politiche e condizioni personali, sociali ed economiche, nel rispetto del diritto UE. 

In parallelo, l'art. 12 istituisce un Osservatorio sull'adozione di sistemi di IA nel mondo del lavoro, con funzioni di monitoraggio, analisi dell'impatto e promozione della formazione in tema di IA. 


Focus: obbligo informativo verso il lavoratore

La norma non prevede che in ogni uso di IA vada automaticamente informato il lavoratore. L'obbligo opera "nei casi e con le modalità" previsti dall'art. 1-bis del D.Lgs. 152/1997, ossia la norma che prevede l'obbligo di informazione ai lavoratori in tema di attività che coinvolgono trattamenti di dati personali o sistemi automatizzati, e prevede che l'informazione debba essere "idonea, tempestiva e adeguata".

In alternativa:

se l'IA è utilizzata per monitoraggio continuo, valutazione automatica di performance, decisioni su promozioni, assegnazioni, licenziamenti, turnazioni, pianificazione del lavoro, ecc., l'impiego inciderà direttamente su oneri e diritti del lavoratore. In questi casi, l'obbligo informativo si attiva.

se invece l'IA è impiegata come "filtro interno", supporto marginale, senza effetti decisivi sulla carriera o sulla gestione operativa, potrebbe non essere necessario un avviso formale (dipenderà dalla valutazione caso per caso).

Cosa deve contenere l'informazione

L'informativa dovrà contenere:

1. Finalità e ambito d'uso del sistema IA (es.: monitoraggio, valutazione, supporto decisionale).

2. Modalità operative: come il sistema elabora i dati, quali parametri, algoritmi, soglie decisionali o automatismi ("box nero" vs logica spiegabile).

3. Conseguenze per il lavoratore: in che casi l'IA può influire su avanzamenti, retribuzione, turni, controlli disciplinari, ecc.

4. Diritti del lavoratore: possibilità di chiedere spiegazioni, proporre contestazioni, ricorso umano.

5. Garanzie di trasparenza e di non discriminazione: misure adottate per evitare pregiudizi o esiti ingiusti.

L'obbligo operatorio richiama gli standard europei di "explainability" e "remedy" imposti dall'AI Act per sistemi ad alto rischio: il lavoratore non deve trovarsi in balia di un "meccanismo estraneo" incontrollabile.

L'informazione deve avvenire prima dell'entrata in esercizio del sistema o comunque tempestivamente, e in forma chiara, comprensibile, e documentata. Eventuali modifiche comportano l'obbligo di aggiornamento della comunicazione.

Inoltre, l'impresa dovrebbe custodire tracce (verbali, email, manuali tecnici, registri) delle comunicazioni effettuate, per poter dimostrare in caso di ispezioni o contenziosi di aver adempiuto.


L'integrazione con l'AI Act: doppio binario regolamentare

La nuova legge nazionale deve integrarsi con il Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale (AI Act), che introduce obblighi per i fornitori e gli utilizzatori di sistemi IA classificati "ad alto rischio", anche nel contesto lavorativo.

Classificazione di rischio

Secondo l'AI Act, applicazioni dell'IA che incidono in modo significativo su diritti fondamentali (ad esempio valutazione del personale, selezione, sorveglianza, decisioni automatizzate) saranno probabilmente classificate "ad alto rischio" e soggette a valutazioni di conformità, obblighi di documentazione tecnica, audit e governance.

Questo significa che le imprese che implementano tali sistemi dovranno non solo rispettare l'informativa nazionale prevista dalla legge 132/2025, ma anche le prescrizioni europee (valutazione del sistema, procedure di verifica, controlli indipendenti, mitigazione del bias, preservazione dei diritti dell'interessato).

In sostanza, l'azienda che utilizza un IA per valutare performance o per decisioni automatizzate potrebbe essere soggetta a:

  • Valutazione di impatto (Risk Assessment) del sistema
  • Audit e verifiche ex post
  • Documentazione tecnica da poter esibire
  • Garanzia di intervento umano
  • Meccanismi di reclamo, correzione, revisione delle decisioni automatizzate

Pertanto, l'obbligo informativo nazionale diventa una tessera di un mosaico più vasto, in cui le imprese operano all'intersezione tra diritto del lavoro, normativa europea IA e regolamento privacy (GDPR).


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